lunedì 11 maggio 2009

L'ITALIA E' GIA' UN PAESE MULTIETNICO

“Il metrò con posti riservati per i milanesi proposto da un
consigliere della Lega? Io a Bologna viaggio sempre
sui mezzi pubblici e noto che il settanta per cento dei passeggeri è
costituito da extracomunitari. Comunque stamattina un passeggero mi ha ceduto il posto per via dei miei 68 anni. Ed era un extracomunitario”. Per Giuliano Cazzola, onorevole del Pdl e vicepresidente della Commissione lavoro della
Camera, l'Italia è già un Paese multietnico.
Non c'è bisogno di
aspettare il futuro.
- Sbaglia dunque Berlusconi a dire il contrario?
“Dire che l'Italia non sarà mai multietnica è come dire che l'acqua
dei fiumi scorrerà in salita”.
-Qualche esempio?
“Quanti ne vuole. A Bologna c'è il quartiere della Bolognina.
- Celeberrimo, per via della famosa svolta di Occhetto...
“Quello, ora è diventato un quartiere cinese”.
Vuol dire che là dove l'ultimo segretario del Pci proclamò la fine del
comunismo ora ci sono immigrati provenienti dalla Repubblica popolare
cinese?
“Proprio lì, ora ci abitano i cinesi. Piazza Verdi è divenuta una
sorta i casbah bolognese, con qualche problema sul piano dei prezzi di
affitti e vendite delle case, che si abbassano. A Bologna tutta la
rete dell'ortofrutta è in mano ai pachistani”.
- Vuol dire che ci dobbiamo rassegnare pacificamente?
“Per nulla. I problemi di integrazione ci saranno e saranno anche
complessi, ma non serve a nulla negare l'evidenza e dire che l'Italia
non sarà multietnica. Dobbiamo scendere con i piedi per terra.
Al di là di tutto quello che si può dire e si deve fare per combattere
la clandestinità e i reati dei clandestini dobbiamo accettare la
sfida. Come del resto l'hanno accettata i Paesi che prima di noi hanno
fatto i conti con l'immigrazione. L'Inghilterra, la Germania, la
Francia. Sarkozy è figlio di un immigrato ungherese. Ibrahimovic è
svedese ma è figlio di immigrati dell'ex Jugoslavia. Per non parlare
degli Usa.
- Paese multietnico per eccellenza.
“Recentemente ho visto un film bellissimo di Clint Eastwood: Gran
Torino. Se Berlusconi non lo ha ancora visto lo vada a vedere. E' la
storia di un cittadino americano che entra in contatto con l'altro,
con una famiglia di immigrati e ne scopre la profondità”.
- Gran Torino insomma riguarda anche l'Italia.
“L'Italia e l'Europa e in fondo l'Occidente. La parte Nord del mondo è
una parte vecchia. ricca e benestante, che non ha più voglia di
lavorare, il Sud del mondo sta morendo di fame e ha una gran voglia di
lavorare per aumentare il suo tenore di vita, che è fatto spesso di
stenti”.
- La multietnicità insomma è una condizione..
“Certo, la storia del mondo è fatta di migrazioni. Lo dice anche la
Bibbia: non molesterai lo straniero perché tu fosti straniero in terra
d'Egitto. E infatti gli ebrei andarono nel regno dei Faraoni per fare
gli edili, gli artigiani, e partecipare alla costruzione delle
piramidi. La storia si ripete. Certo non si tratta di aprire le porte
semplicemente. Ripeto, è una sfida complessa che va governata e
gestita. Io faccio sempre l'impero romano, che crollò quando i barbari
non solo facevano i mestieri dei romani ma addirittura entravano nelle
file dell'esercito, come il generale Stilicone. Sono processi che
vanno affrontati nella loro durezza e nella loro complessità. E' un
mare nuovo, che ci mette paura, ma in cui bisogna buttarsi. Nella mia
città, m anche in altre parti d'Italia nessun immigrato ruba il lavoro
a un italiano, perché la disoccupazione è fisiologica, meno del tre
per cento. Oltretutto possono essere una risorsa, perché pagano circa
sei miliardi di contributi su un totale di 130 versati da tutti gli
italiani. Non mi pare una cifra da buttare. E sono destinati ad
aumentare”.