lunedì 28 luglio 2008
MALTHUS & CO.
Fare figli inquina. Meglio limitarsi a due. Lo scrive in un editoriale il British Medical Journal, imvitando i medici inglesi a consigliare il controllo delle nascite ai loro pazienti e dar vita a una campagna contraccettiva su larga scala tra le famiglie di Sua Maestà (che ha quattro figli). La prestigiosa rivista spiega che i pargoli inquinano e producono gas serra, come fossero automobili, e che dunque la pianificazione familiare sarà il miglior contributo "per lasciare ai nostri nipoti un pianeta abitabile".
Anche se a prima vista sembra un'idea balzana quella del Medical Journal purtroppo si iscrive in un filone culturale ben preciso che ha i suoi progenitori nelle teorie maltusiane e che recentemente ha trovato adepti persino da noi. La corrente che si ispira al pastore anglicano Malthus (che peraltro aveva tre figli) sostiene il controllo delle nascite per impedire l'impoverimento dell'umanità. Tesi ripresa negli anni '70 anche in Italia dal celeberrimo Club di Roma. Tutte teorie ampiamente, dibattute, criticate e smentite anche dai fatti. Negli anni '70 si disse che nel Duemila saremmo stati otto miliardi ma oggi gli abitanti del pianeta terra sono sei miliardi, ovvero due miliardi in meno. Le previsioni del Club si sono rivelate errate anche perché in molte parti del mondo si vive più a lungo e in condizioni migliori. Inoltre per la maggior parte degli economisti, a cominciare dal Nobel Gary Becker, non c'è sviluppo economico senza crescita demografica. L'inverno demografico è molto più grave, come purtroppo stiamo constatando in Italia, il primo Paese al mondo in cui gli ultrasessantenni supereranno le persone di età tra i 20 e i 60 anni. L'Italia è a crescita zero anche per la mancanza di sangue fresco, di vitalità, di menti innovative, di "spiriti animali" disposte a dare un taglio al passato, a rischiare, a rompere i cristalli e le sedimentazioni di una società di anziani.
Dal punto di vista ambientale poi, non è affatto dimostrato che una rapida crescita della popolazione sia incompatibile con una sana gestione dell'ambiente. Le zone più degradate del mondo sono anche quelle con una minore densità demografica. La montagna comincia a morire quando l'uomo l'abbandona e non se ne prende più cura, rispettandola e amandola, come sa ogni montanaro. E la natura migliora anche parallelamente al progresso delle attività umane.
Ma c'è qualcosa di più grave al fondo di questa sorta di etica ecologica che mette gli alberi e le melanzane davanti alla vita umana, al dono supremo dell'universo: qualunque tentativo di pianificazione sociale, in nome di qualunque buona causa, che sia ambientale, culturale, economica e dirsivoglia, nasconde sempre la tentazione o il pericolo di un totalitarismo strisciante, che ha i suoi lontani ed estremi progenitori nell'eugenetica e nello sterminio nazista e nelle collettivizzazioni forzate comuniste che hanno segnato l'abisso della storia. Bisognerebbe sempre contrastare chi in nome della vita chiede di rinunciare alla vita. Non a caso la politica maoista del figlio unico è stata realizzata da un governo comunista, che in passato ha inflitto soprattutto nelle campagne persecuzioni di ogni tipo e violazioni dei diritti umani terribili in nome del decremento demografico.
Ma forse, per liquidare la proposta dei medici inglesi, bastava la battuta di un loro connazionale, il grande cabarettista Benny Hill: "Avete notato che tutte le persone che si battono per il controllo delle nascite sono tutte già nate?".
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