domenica 12 ottobre 2008
UNA BRETTON WOODS ALLA MADDALENA
Sarà una settimana decisiva quella che si apre sul fronte dei mercati internazionali. Il mondo sale sull’ottovolante delle borse col fiato sospeso. Dopo aver provato di tutto (nazionalizzazione delle banche, immissione di liquidità, piani di salvataggio, tentativi di coordinamento tra governi, persino prestito diretto alle imprese da parte della Fed) e dopo il piano predisposto l’altro ieri dal G7 che ha l’obiettivo di stabilizzare le banche e rassicurare i risparmiatori, ieri i leader dei 15 Paesi dell’Eurogruppo hanno trovato un’intesa in più punti punti. Una buona notizia. Vediamo.
Liquidità alle istituzioni finanziarie e garanzie sui prestiti. Come ormai sappiamo, le banche ormai non si fidano più tra di loro temendo l’insolvenza dell’istituto cui viene concesso il prestito. I tassi interbancari sono ai massimi storici, ma ci sono banche che non concedono prestiti “sic et simpliciter” per mancanza assoluta di fiducia. Per questo motivo l’Eurogruppo ha deciso la garanzia dei governi su tali prestiti fino al dicembre 2009. Per quella data la fiducia dovrebbe essere tornata a circolare tra le banche e il denaro girare più facilmente nelle arterie del sistema finanziario e industriale.
Ricapitalizzazione delle banche in difficoltà. Il documento prevede anche la possibilità, sempre per i Governi, di fornire alle istituzioni finanziarie la possibiltà di fornire alle istituzioni del credito i capitali necessari per assicurare il buon finanziamento dell’economia, anche ricapitalizzando le banche e le società in difficoltà. Lo Stato in pratica diventa una sorta di madre premurosa, tale da far impallidire le teorie di deficit spending di Keynes. I Governi offriranno di tutto: garanzie, acquisti diretti, nuovi accordi sui depositi e sui titoli. Ma c’è di più: si promette anche una deguato supporto all’economia reale. La preoccupazione principale è infatti che il denaro non affluisca più ai gangli delle piccole e medie imprese, creando problemi di produzione, investimenti, occupazione. Sarebbe il collasso dell’intero sistema. Si punta a sbloccare il mercato della liquidità. I piani di iniezione di denaro altro non sono che “una trasfusione sanguigna a un malato che soffre di emorragia interna” come ha detto il Nobel Joseph Stiglitz a “Le Monde”.
Revisione delle regole. I governi dell’Eurogruppo hanno preso atto che la crisi peserà negativamente sul rispetto dei vincoli in materia di finanza pubblica fissati dal Patto di stabilità. Forse è venuto il momento della revisione dei vincoli di Maastricht che impongono di non sforare il deficit e il debito pubblico oltre un certo limite in rapporto al Pil. Come sarebbe possibile mantenere virtuosamente i conti pubblici in un frangente come quello attuale, quando i Governi e le banche centrali stanno pompando denaro in quantità colossali? Ma si parla anche della riscrittura di altri accordi internazionali. Il governatore di Bankitalia Draghi, che presiede il Financial Stability Forum, l coordinamento mondiale tra governi, banche centrali e altre autorità di vigilanza, sostiene che le regole sui bilanci delle banche e delle altre società andranno cambiate per assicurare il mssimo della trasparenza. Il nostro ministro dell’Economia Tremonti vorrebbe una nuova Basilea, l’accordo internazionale che tra l’altro valuta i rischi delle banche.
Coordinamento delle procedure tra i governi europei. La parola d’ordine è rafforzare le informazioni tra Stato, creare una vera e propria cabina di regia in modo da rispondere per tempo agli spasmi globali della crisi, in collaborazione con la Banca centrale europea. Mercoledì verrà presentata una proposta più articolata. Finalmente quell’approccio globale che era mancato nella prima riunione del G-4.
Una nuova Bretton Woods. La conferenza di Bretton Woods si tenne dal primo al 22 luglio 1944 (vi partecipò anche Keynes) e stabilì regole per le relazioni commerciali, finanziarie e di cambio tra i principali Paesi industrializzati delal Terra. Le monete mondiali vennero aganciate al dollaro, a sua volta agganciato all’oro. Furono il primo esempio nella storia del mondo di un ordine monetario totalmente concordato, pensato per governare i rapporti monetari fra stati nazionali indipendenti. Ora se ne vorrebbe rifare una seconda, magari non nel New Hampshire ma da qualche altra parte, allargato alle potenze econoimche emergenti: Cina, India, le tigri asiatiche. Tremonti sogna che sia in Italia, presidente di turno nel 2009 del G8. Potrebbero chiamarsi gli accordi della Maddalena.