domenica 21 giugno 2009

BERLUSCONI A SCADENZA

Sarebbe bello fare ricorso a un celebre aforisma di Ennio Flaiano:
"La situazione è grave ma non seria”. Purtroppo per l'editorialista
del “Sole 24 ore” Stefano Folli, già direttore del “Corriere della
Sera” e principe degli analisti politici, la situazione è grave, e
anche drammaticamente seria. Anche se la parola più corretta per
spiegare quello che stiamo vivendo è “stallo”. Stallo in un momento in
cui ci sarebbe un bisogno urgente di rifome e di misure contro la
crisi economica che macina centinaia di migliaia di disoccupati e che
in autunno promette nuvole nere, al Sud come al Nord. Politicamente è
come se vivessimo in un grande limbo, in una Fortezza Bastiani, quella
descritta da Dino Buzzati nel “Deserto dei Tartari”, in attesa che
succeda qualcosa che ancora non sappiamo. Folli nella sua rubrica sul
“Sole” ha scritto che il voto di oggi per il referendum e per i
ballottagi si svolge in un clima di crescente nervosismo. E ha notato,
attento com'è alle vibrazioni che vengono dai palazzi della politica,
che il presidente dela Camera Fini ha fatto per la seconda volta in de
giorni “un discrso denso di risvolti politici”
- Palazzo Grazioli, sede romana privata del presidente del Consiglio
(privata, ma non troppo, visto che si svolgono anche incontri pubblici
e di governo) ormai è molto peggio della sede di un reality. Un colpo
di scena, una velina, una “escort”, un'intervista, una confessione al
giorno, con tresche e risvolti grotteschi da tardo impero. Lei scrive
che ormai intorno a Berlusconi si sta consumando una crisi psicologica
e umana, anche se non politica.
“Questo lo dice anche il presidente della Camera Gianfranco Fini
dietro le righe delle sue ultime dichiarazioni. Certamente è un
sentimento che comincia a diffondesi dopo le rivelazioni e il gossip
che si diffonde su tutti i giornali. C'è una grande preoccupazione
istituzionale per questo logoramento senza precedenti”.
- Quel che è certo è che nella storia della Repubblica non si è mai
visto un “affaire” del genere, anche se è ancora tutto da dimostrare.
Il capo del Governo Silvio Berlusconi non dovrebbe fare un passo
indietro e dimettersi, come fece ad esempio il presidente della
Repubblica Giovanni Leone dopo le voci di uno scandalo che peraltro si
rivelò del tutto infondato?
“In quel caso le accuse, oltre che infondate, come ricorda, erano
diverse. Leone era stato accusato di essere legato a una questione di
tangenti. Il sospetto era di aver commesso un reato rave. Qui invece
siamo in un campo etico e personale. Questa è una cosa senza
precedenti. Del tutto nuova per i nostri standard. Inoltre Leone
rivestiva una carica istituzionale. Berlusconi ha un ruolo politico, è
un premier che gode di un consenso popolare molto ampio”
- La crisi di credibilità si trascinerà dietro anche a una crisi
politica, come dicono in molti?
“Dal punto di vista politico assistiamo a un logoramento, però non c'è
il punto preciso di caduta. Quello che sappiamo oggi è che da un punto
di vista etico si configurano situazioni gravi, ma da un punto di
vista delle conseguenze politiche non sappiamo quando l'equilibrio
diverrà insostenibile. Siamo in una situazione sfilacciata,
controversa...”
- Lei parla di un punto di contrasto istituzionale che si sta
delineando. Perchè?
“Perché la cosa è grave e probabilmente non ha rimedio ma al tempo
stesso non so come si determinerà un qualunque sbocco, una qualunque
via d'uscita. Siamo sul piano dei comportamenti privati di un
personaggio pubblico che ha un ruolo politico e istituzionale. Il
problema è che questo logoramento progressivo cui sembra sottoposto il
presidente del Consiglio mina la sua immagine e la sua credibilità e
determina uno stallo del Paese”.
- Berlusconi continua a dichiarare che andrà avanti e che far piazza
pulita di tutta la spazzatura gettata contro la sua persona.
“Glielo auguriamo ma di fatto c'è una paralisi. Con quale credibilità
può governare in queste condizioni?Da una parte il disrcedito,
dall'altra il largo consenso. Perché sotto il profilo del responso
delle urne, e del pronunciamento degli elettori e dei parlamentari o
deiministri non c'è una crisi politica. La maggioranza di governo è
ampia e non è rotta da una linea di frattura. E' una maggioranza
plasmata da Berlusconi negli anni, corroborata dal voto europeo, non
vedo chi potrebbe incrinarla”.
- Si dice la Lega, se volesse...
“La Lega potrebbe farlo. Ma mi pare che non stia facendo nulla per far
precipitare le cose. Bossi preferisce approfittare della debolezza
dell'alleato Berlusconi per ottenere quello che vuole. Il leader del
Carroccio sarà sempre di più il premier ombra del Paese. E' l'elemento
più politicamente importante all'interno della maggioranza. Acquisterà
sempre maggiore forza e potere in questo periodo di transizione in cui
siamo messi”.
-Siamo in un periodo di transizione?
“Assolutamente. E' certamente un periodo di transizione: perché
sappiamo che siamo destinati ad avere sicuramente uno squilibrio
politico. Ma non so dire quando. Nessuno lo sa. La maggioranza ancora
esiste. Però quello che doveva succedere è già successo”.
-Intende dire che Berlusconi è già un'anatra zoppa.
“L'espressione non mi piace molto ma possiamo anche adoperarla. Non
abbiamo bisogno di altri elementi per valutare la situazione.
Berlusconi è in scivolamento, sappiamo che il suo potere si corrode di
giorno in giorno ma non sappiamo quando cadrà. Lui pretende di
resistere contando sul fatto che ha un ampio consenso del Paese (e ce
l'ha veramnte, basti pensare ai due milioni e 700 mila preferenza
ottenute alle europee, non quante ne voleva lui, ma pur sempre
tantissime)”.
- Però prima o poi cadrà...
“Mi sembra inevitabile. C'è ad esempio il problema dell'elettorato
cattolico, che ormai manifesta un fastidio evidente. Ma prima che il
potere del Cavaliere sia minato ci vorrà del tempo. Per questo dico
che tutto il Paese è condannato allo stallo”.
-Quanto può durare lo stallo?
“Certamente mesi, non anni. Sarà una lenta caduta, un lento
scivolamento nelle sabbie mobili. Con la possibilità che la pronuncia
della Corte Costituzionale sul lodo Alfano possa determinare la
frattura finale. Se cade l'immunità e si apre la via giudiziaria non
si tiene più nulla. Ma la sentenza della Consulta è attesa per
settembre, non prima”.
- Non può esserci qualcuno che possa prendere il suo posto tra il Centrodestra?
“Nessuno nella maggioranza è preparato alla svolta, nemmeno Fini”.
- E nel Centrosinistra?
“Men che meno. Sono dei pazzi se pensano a questo. Non ne parliamo
neanche. Il Pd sembra alla perenne ricerca di identità. Nemmeno loro
saprebbero come gestire questa crisi, con il rischio che se ne
avvantaggi Di Pietro. La verità è che se Berlusconi cade noi andremo
incontro a un vuoto spaventoso, a un buco nero gravissimo per le
nostre istituzioni democratiche . Sembra di assister al bis del crollo
della Prima Repubblica con Tangentopoli. Per la seconda volta in 15
anni un evento extra-parlamentare taglia la testa della classe
politica e crea una situazione in cui né maggioranza e opposizione
sanno cosa fare”.
- Si parla di un'ipotesi istituzionale. Per esempio un governo
presieduto da Draghi.
“Mi sembra scorretto e improbabile. Non si va a prendere un
personaggio fuori dal parlamento per risolvere una crisi politica”.
- Con Ciampi questo avvenne...
“Ma in quel caso fu segata dalle inchieste un'intera classe dirigente.
Non c'è bisogno di commissariare tutta la classe politica, che c'è ed
è stata liberamente eletta dai cittadini. Ma si potrebbe andare
egualmente verso un governo istituzionale pescando dall'interno. Anche
se la Lega sarebbe contrarissima. E anche Di Pietro, naturalmente. Per
questo in questo momento stanno tutti con le bocce ferme. Però la
crisi c'è e resta. Viaggia intorno al logoramento di una persona sola
al comando. E intanto i problemi del Paese restano irrisolti o si
aggravano, proprio quando avremmo bisogno di approvare un programma di
riforme condivise con l'opposizione”.
- Ci potrebbe essere un colpo di Stato, visto che si continuano a
prefigurare tentazioni cesariste e bonapartiste, complotti, scosse e
oscure trame eversive da una pare e dall'altra?
“Come barzelletta sì. Vista la lealtà delle nostre forze armate e la
tenuta democratica e repubblicana del nostro Paese, che è uno dei più
sviluppati del mondo, l'idea di un colpo di Stato fa solo ridere, per
fortuna”.